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Le origini dell’Amarone della Valpolicella
Le colline della Valpolicella, a nord di Verona, sono ormai conosciute in tutto il mondo assieme al vino che ne è simbolo e “ambasciatore”: il vino Amarone. Vi siete mai chiesti perché è così speciale?
Per raccontare la storia di un vino così pregiato bisogna partire dal suo parente stretto, che ne è nel contempo l’opposto: il Recioto. Si tratta dell’altro vino simbolo della Valpolicella: nasce dagli stessi genitori, ovvero dallo stesso uvaggio, ma ha una storia molto più antica ed è il classico vino passito dolce, vellutato e caldo.
L’Amarone ha una nascita che sa di leggendario ma è assolutamente reale: deriva infatti da una svista produttiva avvenuta quasi un secolo fa nella cantina sociale della Valpolicella, da una botte di vino Recioto in fermentazione dimenticata per lungo tempo. Un tempo tale per cui gli zuccheri si trasformarono tutti in alcool modificandone completamente il prodotto ed eliminandone la classica identità di vino amabile da dessert.
Amarone: il grande successo di un vino “sbagliato”
Nacque così un vino secco, strutturato, tannico. Deciso come un amaro. Il vino Amarone della Valpolicella.
Il suo successo non fu immediato, ma come tutte le piccole o grandi rivoluzioni dovette attendere del tempo per raccogliere i primi apprezzamenti: da lì il successo dell’Amarone è diventato però inarrestabile, in Italia e poi nel mondo, conquistando anche i mercati più restii come quello cinese.
Un vino di forte carattere, un vino completamente protagonista che non ha più bisogno di “accompagnare”. L’Amarone della Valpolicella è un tesoro in bottiglia che va meditato, esplorato con cura in un momento in cui il resto non conta più. Un premio per se stessi o per i propri ospiti, un vino prezioso che fa sentire preziosi anche noi che ne godiamo.
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